L'Arte della Perfezione
Dentro Wellema Hat Co.
Di Aleks Cvetkovic
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È difficile capire da dove partire con qualcuno come Cody Wellema. Non troverai un artigiano più gentile, generoso o talentuoso di lui. Crea cappelli su misura da tutta la vita e la sua conoscenza e le sue competenze nel mestiere sono incomparabili.

 

La sua storia vi conquisterà per i suoi colpi di scena. Wellema è in gran parte autodidatta, un percorso intrapreso come ultima risorsa, dopo decine di porte sbattute in faccia. È anche un purista quando si tratta di stile e crede che un cappello vada lasciato invecchiare insieme al proprietario, piuttosto che distorcerlo artificialmente, come fanno alcuni dei suoi concorrenti (e su questo siamo pienamente d’accordo).

 

Il suo pittoresco laboratorio si trova in California: è pieno zeppo fino all’orlo (e no, non è un gioco di parole…) di attrezzatura vintage. Entrare nel regno di Cody è come fare un viaggio nell’epoca d’oro della moda maschile. Ecco alcune delle cose che ha imparato negli anni trascorsi a perfezionare il suo mestiere.

Ho sempre amato i cappelli, sin da quando ero bambino. Sono sempre stato affascinato dalla varietà di tipologie: baschi, berretti, fedora… Una volta cresciuto e diventato adolescente, ho iniziato a capire che là fuori il mondo era ben più grande di quello che conoscevo. Quando mi sono trovato a sperimentare per la prima volta diversi tipi di musica, cultura e cinema, ho iniziato a innamorarmi dello stile delle epoche passate: dal jazz e il blues dell’inizio del XX secolo fino al rock and roll o al jazz degli anni ’60 e ’70. E così, studiando il passato, mi sono reso conto che ogni epoca aveva il proprio cappello.

 

Seguendo la musica, ho iniziato a collezionare abiti vintage. La maggior parte del mio guardaroba è precedente agli anni ’60, se non ’50. Poi sono arrivati i cappelli: ho iniziato a collezionare vecchi pezzi e a confrontarli con i cappelli prodotti in serie che sono disponibili oggi. Non c’era storia!

Quando ho iniziato a fare cappelli, i cappelli non erano affatto di moda. Il settore stava vivendo una fase di stallo. E io mi sono lanciato in questa nuova avventura. Non ho mai capito se sia stato un azzardo o meno. Ciò che conta è che mi sono innamorato di questo mondo e dell’idea di fare cappelli come una volta.

 

Imparare il mestiere per davvero è stato difficile. Non ci sono libri di testo o scuole dove imparare, non più. Mi rivolgevo a produttori di cappelli affermati e dicevo: “Ehi, mi piacerebbe imparare a fare cappelli e vorrei davvero farli bene, puoi mostrarmi come fare?” Ma nessuno era disposto ad aprirsi o a prendermi sul serio. Così, ho imparato da me.

 

Ho iniziato a smontare pezzi della mia collezione vintage e a fare il processo contrario. Li smontavo, li rimontavo, li decostruivo e li studiavo. Ho pensato: “Ok, se non volete aiutarmi, continuerò a imparare da solo.”

 

I primi cappelli realizzati erano davvero pessimi. Ma l’approccio da autodidatta si è rivelato poi un vantaggio, perché ho imparato a fare le cose in un modo che funzionava per me. Dopo qualche anno, alcuni di quei produttori hanno iniziato a prendermi sul serio. Una volta che hanno capito che ero mosso da motivazioni valide e che non volevo rubare la loro clientela o diventare famoso da un giorno all’altro, hanno iniziato ad aprirsi un po’. Alla fine, sono giunto al punto in cui avevo ormai imparato abbastanza: avevo fatto miei gli insegnamenti dei tempi passati e avevo accumulato qualche anno di esperienza.

A costo di sembrare sentimentale, ma devo dire che tengo davvero a quello che faccio. Mi prendo letteralmente cura dei miei clienti: mi preoccupo del fatto che il cappello sia loro funzionale e che si sentano a proprio agio indossandolo. Mi piace quando un cliente viene da me e dice: “Cody, adoro l’idea di indossare un cappello, ma non riesco a trovarne uno che mi stia bene”. Fissiamo un appuntamento e mi prendo un po’ di tempo per capire come dovrebbe essere il cappello perfetto per il suo viso: studio le linee delle spalle, l’altezza, il taglio della mascella, la larghezza della tesa e così via. Questo è il tipo di cose che non si possono ottenere nel prêt-à-porter.

 

Ogni elemento di un cappello è realizzato a mano. Al momento, nel mio negozio non c’è alcuna macchina da cucire. Uso sempre e solo le mie mani, dal trattamento del feltro per ottenere una superficie liscia al delicato fissaggio del bordo.

 

La domanda che pongo sempre ai nuovi clienti è: È un cappello di bellezza o funzionale? Se è il secondo caso, allora alcuni elementi stilistici devono essere messi da parte. Il risultato sarà sempre un cappello che sta bene al cliente. Ma c’è una bella differenza se sta ordinando un cappello a una tesa larga per portare a spasso il cane o perché, invece, lavora in un ranch sotto il sole e ha bisogno di proteggere la sua pelle. Io devo saperlo. E preferisco di gran lunga questi casi.

Molti vengono da me e mi chiedono di realizzare un cappello con effetto vintage. Faccio sempre del mio meglio per dissuaderli, provo a dire: “Guarda, facciamo invece un bellissimo cappello nuovo di zecca. Certo, sarà pulito e sembrerà immacolato. Ma potrai viverlo appieno e riportarmelo tra due anni davvero usato; e ci guadagnerai l’effetto “vita vissuta”. Prendi un cappello nuovo e arricchiscilo con la storia della tua vita! Non rovinarlo e non fingere di essere un cowboy quando in realtà sei seduto in ufficio per cinque giorni alla settimana.

 

Un mestiere come questo, che si tratti di calzoleria, sartoria o falegnameria, impone di migliorare costantemente tue abilità. Non puoi svegliarti una mattina e dire “Ce l’ho fatta, sono un maestro artigiano”. Non è così che funziona. Se arrivi a quel punto, significa che non puoi fare più di così. E penso che quello sia il momento di appendere gli strumenti al chiodo. Dal canto mio, spero di continuare a crescere ancora per molti anni a venire.

 

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(Foto di Cody James)

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