Simone Abbarchi non riesce a ricordare un momento della sua vita in cui non fosse all’opera insieme ad altri camiciai. Prima che fondasse la sua sartoria su misura nel 1987, ora una vera e propria istituzione a Firenze, aveva accumulato una certa esperienza affiancando quasi ogni artigiano di prestigio della città.
“Purtroppo, molti di loro hanno chiuso bottega”, dice durante il nostro incontro su Zoom, io dal mio appartamento nel nord-est di Londra e lui dalla sua bottega nel cuore della città. “Sono orgoglioso, dal canto mio, di continuare la tradizione dei camiciai di Firenze, di essere il portabandiera dell’artigianalità caratteristica della nostra città. Quando ho deciso di inaugurare il mio marchio, l’obiettivo era essere riconosciuto come il miglior negozio per camicie su misura in città.”
In 34 anni di commercio a proprio nome, però, Simone ha ottenuto ben più di questo! Ad oggi, è conosciuto come uno dei migliori camiciai d’Europa, con un programma fisso di trunk show (salvo le eccezioni dettate da Covid) e una grande platea di clienti internazionali. Gli ho chiesto come sia riuscito in tutto questo e la sua risposta è chiara e trasparente: “La cura per i dettagli è sempre stata il mio chiodo fisso!”
Tuttavia, portare avanti la sua attività non è sempre stato semplice. “Quando abbiamo iniziato, nel 1987, è stata dura”, rivela Simone pensieroso. Simone è una persona mite, dal tono di voce soave: una figura slanciata che culmina con corti capelli brizzolati. “Potrei dire che i primi 10 anni gli affari hanno faticato a ingranare, ma la nostra passione ci ha fatto superare quel periodo. Quando abbiamo iniziato a viaggiare in tutto il mondo, c’è stata la svolta. Nel 2001 decisi di visitare New York, Giappone, Washington DC, Miami, Londra e Mosca. Da lì abbiamo iniziato a farci conoscere ovunque. Questi viaggi ci hanno portato molto più successo di quanto ci aspettassimo.”
Naturalmente, l’altro motivo che ha spinto la crescita dell’azienda si deve alla qualità dei suoi prodotti. Abbarchi taglia tutte le sue camicie a mano e offre un servizio di lavorazione artigianale completo, con cui si è guadagnato un notevole seguito tra gli appassionati di abbigliamento maschile. Altro elemento cruciale è la semplicità delle silhouette delle sue creazioni. “Le mie camicie si differenziano leggermente dalle camicie napoletane”, spiega Simone. “Le camicie napoletane sono ricche di pence e pieghe, io preferisco un aspetto pulito. Naturalmente mi piacciono i dettagli ricercati, come i monogrammi o i ricami a mano, ma non voglio che le camicie risultino troppo sfarzose.”
L’offerta di Abbarchi si articola in due modi: il primo è la sopracitata camicia ricamata a mano da Abbarchi, che non richiede nessuna lavorazione a macchina; il secondo, un’opzione più abbordabile, prevede che il grosso del lavoro sia fatto a macchina e alcuni elementi vengano rifiniti a mano, come le asole dei bottoni, mantenendo comunque un aspetto pulito.
“Sono tre gli elementi essenziali di una camicia perfetta,” continua Simone. “Il primo è senza dubbio la vestibilità. Voglio realizzare camicie confortevoli che vestano bene, senza risultare troppo aderenti: non mi piacciono gli estremi. La moda delle camicie extra aderenti non fa per me. Inoltre, non voglio lavorare da remoto, ecco perché viaggio tanto. Ricevo molte richieste di realizzare camicie con strumenti virtuali o online, ma per i nuovi clienti è estremamente importante che io li veda di persona.”
Non dimentichiamo che anche la scelta del tessuto con cui viene realizzata la camicia è essenziale. “Lavoro con Thomas Mason da 20 anni”, mi racconta Simone. “Ho anche realizzato diverse camicie per Silvio.” Silvio è, ovviamente, il grande Silvio Albini, ex patron di Albini Group. “Adoro le tinte di Thomas Mason, la loro gamma di colori è fantastica.” I campionari di Thomas Mason, molto usati ed evidentemente molto amati, che riempiono l’atelier Abbarchi, ci parlano chiaramente della predilezione di Simone per i tessuti del marchio. “L’Oxford di Thomas Mason è uno dei miei preferiti”, continua, “ma al momento sono davvero innamorato delle flanelle. Stiamo realizzando molte camicie ‘smart-casual’ con taschino sul petto in flanella.”
Con così tanti clienti internazionali, il 2020 è stato un anno difficile per Abbarchi, ma Simone ha comunque superato la tempesta. “Il Covid ha completamente stravolto il mercato; l’anno scorso è stato uno dei più duri di sempre”, aggiunge. “Ma finalmente abbiamo ripreso a viaggiare di nuovo negli Stati Uniti, abbiamo riportato il laboratorio alla capienza massima (la sartoria di Simone si trova sempre a Firenze e produce 4.000/5.000 camicie l’anno) e stiamo facendo fronte alle richieste dei clienti, che desiderano uno stile più confortevole e casual.”
C’è qualcosa di davvero poetico in Simone, sia nel suo approccio alla sartoria che nella sua storia. Non si può fare a meno di pensare che sia un moderno maestro fiorentino, un artista che perfeziona, con calma, il suo mestiere in una piccola bottega e che cerca serenamente l’eccellenza.
“Amo Firenze e ogni volta che visito New York o Londra sono contento, poi, di ritornare nella mia città. La sua bellezza è la mia prima fonte di ispirazione.”
Scopri il lavoro di Simone al sito simoneabbarchi.com
(Fotografie di Tom Griffiths)
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