A Singapore, Samuel Ng, fondatore di In Personam, che si occupa della creazione di capi su misura, ha sempre avuto un occhio di riguardo per l’abbigliamento sin dall’infanzia. Da piccolo, dice, “trascorrevo moltissimo tempo a scegliere cosa indossare per la giornata; non vedevo l’ora di uscire per potermi vestire per l’occasione”. Durante gli anni in università, dove studiava giurisprudenza, racconta Sam: “Ho iniziato a interessarmi all’abbigliamento da uomo su misura. Ma essendo studente, ovviamente non potevo permettermelo. Decisi, quindi, di escogitare un metodo per poterlo realizzare da solo. Iniziai a studiare manuali di sartoria, analizzare modelli, esplorare l’abbinamento di capi diversi. È così che ho cominciato”.
Dopo aver conseguito la laurea in legge, Sam si dedica naturalmente per diversi anni alla professione per cui aveva studiato. “La sartoria era un hobby per cui mi ritagliavo un po’ di tempo alla sera o durante i weekend”, spiega. Tuttavia Sam realizzò che la sua vera passione risiedeva proprio in quella sua attività “secondaria”. “Sapevo che i miei genitori non avrebbero approvato la mia scelta di smettere di esercitare, perciò non dissi nulla”, racconta. “Ho imparato che è più facile chiedere perdono piuttosto che il permesso”.
Non mise tutto da parte subito, però, con grande sollievo dei suoi genitori. Dal 2015, Sam mantiene la sua posizione in qualità di membro aggiunto della facoltà presso la sua alma mater, la Singapore Management University School of Law, dove insegna etica. “Questo ha permesso di allentare la pressione fiscale su In Personam”, spiega. Con il suo stipendio da insegnante e i risparmi derivanti dagli anni di lavoro come avvocato, Sam confessa: “Sono davvero privilegiato a non dovermi preoccupare per ogni singolo centesimo speso per In Personam. Questo mi consente di godere appieno di ciò che sto facendo”.
Non sorprende che l’attività debba il suo nome a un termine legale. Espressione latina che sta ad indicare “verso la persona”, nel suo significato giuridico si riferisce a una sentenza contro o in relazione a un singolo essere umano. “Ho ritenuto fosse alquanto interessante e piuttosto rilevante”, spiega Sam, data la natura del suo mestiere, ovvero realizzare capi su misura per un particolare cliente. “Desideravo trovare una qualche connessione tra le mie due attività”, dice. “Il nome è un’ottima esca per gli avvocati che passano davanti al negozio, danno sempre un’occhiata in più”.
A dispetto dell’ambiente verdeggiante che emerge da queste immagini, l’atelier In Personam è situato nel cuore del quartiere centrale degli affari di Singapore, circondato dai grattacieli delle multinazionali e delle istituzioni finanziarie, l’habitat naturale per la sartoria classica. Ma a causa del suo clima caldo e tropicale (inesorabilmente umido, con una media di 32 gradi tutto l’anno), Singapore non è mai stato il posto ideale dove indossare completi e blazer. Qui, persino chi lavora in banca e gli uomini d’affari vanno in giro in camicia a maniche corte.
“Le camicie sono sicuramente gli articoli che vendiamo di più”, conferma Sam. Per lui, non è una sorpresa che i clienti che occupano posizioni di rilievo nelle aziende più importanti preferiscano camicie più eleganti. “Prediligono qualcosa di più fine con un filato alto. Tra questa tipologia di clienti sono molti diffusi i tessuti Zephir di Thomas Mason o i Duke di Albini, che hanno quel tocco in più di lucentezza capace di conferire un certo lusso al capo. Dall’altra parte, coloro che desiderano qualcosa di più strutturato vengono spesso attratti dalla collezione Cambridge di Thomas Mason”.
Classe dirigente a parte, Sam prosegue dicendo che il lockdown e le modalità di lavoro da remoto dell’anno passato, hanno contribuito ad allontanarsi ulteriormente dal tradizionale abbigliamento da ufficio. “Le persone si stanno orientando sempre di più verso il casual. Cresce la richiesta per silhouette più morbide e ampie, moda che sto cercando di spingere da diverso tempo.” Per questa tipologia di camicia, Sam ritiene che il lino Thomas Mason sia perfetto. “Sahara è sempre un successo per chi è alla ricerca di colori sgargianti. Il lino Gold invece è fantastico per realizzare un modello più tradizionale e sofisticato”.
Ma il lino non è per tutti. Alcuni non approvano la croccantezza e la tendenza alle grinze (nonostante per gli estimatori sia proprio questo il suo fascino). Altri sono convinti che sia semplicemente troppo “da resort” per indossarlo in qualsiasi occasione che non sia per il tempo libero. “Ho diversi clienti che richiedono una camicia bianca da poter indossare quotidianamente e che abbia questi tagli morbidi”, racconta Sam. “E dicono di non volere né un lino né un Oxford. Eppure esigono qualcosa che sia ben strutturato, che sia opaco ma che non riveli ogni dettaglio del busto. Thomas Mason ha un tessuto in cotone davvero interessante per questo proposito: Tribeca”, ci rivela.
“Ha una sua struttura. Penso sia stato creato per la realizzazione delle tradizionali camicie sportive inglesi. Io lo sto utilizzando per creare capi dal taglio più ampio. La gente lo adora”, dice Sam. Sottolinea che un tessuto leggermente più pesante come questo è l’ideale quando non si indossa una giacca, come spesso accade nell’afosa Singapore. “È bello avere quel poco di pesantezza extra. Da soli, i tessuti più sottili possono risultare quasi inconsistenti, e se si soffre il caldo diventa difficile nascondere la sudorazione”. Un tessuto più robusto, al contrario, nasconde una moltitudine di difetti. “Tribeca ha risolto il problema delle camicie bianche casual”, afferma Sam.
Chiuso questo caso, il processo sartoriale più importante che gli uomini devono affrontare oggi giorno, dichiara Sam, è rappresentato dal terrore costante di ricevere critiche e dal conformarsi inesorabilmente alle tendenze del “#menswear”. “Tantissimi ragazzi qui a Singapore non osano vestirsi come vorrebbero per paura di essere giudicati oppure seguono esclusivamente l’ultima moda, come i pantaloncini Gurkha o le giacche safari, tendenze che pensavo sarebbero finite tre anni fa, ma stanno ancora andando alla grande”, ride.
Parlando di giudizio, secondo Sam, i parallelismi tra legge e sartoria non mancano affatto. “Ci sono molte similitudini oltre all’attenzione per i dettagli”, dice. “Per me è come raccontare una storia. In legge, quando ti rechi in tribunale, cerchi di mettere insieme i cocci di una storia dandole una coerenza. Non è tanto diverso dall’abbinare i tessuti.” In entrambi i casi, riconosce Sam, tutto sta nel dire la verità… Tutta la verità, nient’altro che la verità.
(Foto di Juliana Tan)
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