La stoffa giusta
Atelier Fasan: L’ultimo vero camiciaio di Berlino
Di Bernhard Roetzel
torna agli articoli

La fondazione dell’Impero tedesco nel 1871 diede il via alla trasformazione dell’angusta ex capitale della Prussia. In poco più di trent’anni, questa città di provincia che aveva poco da offrire in termini di cultura e industria, diventò una vibrante metropoli. Nacque così la Berlino moderna.

La città brulicava di sarti, camiciai e calzolai al servizio della corte imperiale. La corporazione dei sarti creò un sistema universale di valutazione della qualità delle attività artigiane e di decisione dei prezzi basato su vari criteri, inclusa la dimensione del laboratorio e il numero di dipendenti. Nel mondo di lingua tedesca solo Vienna poteva competere con Berlino in fatto di sartoria e calzature su misura. E, anche se la batteva in eleganza, Berlino era sicuramente più contemporanea. Quando Ilse Strelow fondò Atelier Fasan nel 1950, la città era ben lontana da ciò che era stata un secolo prima.

A quel tempo, la distruzione causata da due guerre mondiali era ancora visibile ovunque, nonostante gli sforzi di ricostruzione. Ma il dopoguerra fu anche un’epoca di progressi: il “Wirtschaftswunder” (il programma tedesco di ricostruzione accelerata) aveva creato una nuova classe di clienti che desideravano abiti eleganti per ostentare la propria ritrovata ricchezza. Atelier Fasan era lì pronto per soddisfare le loro esigenze.

Strelow gestì il negozio fino al 1975, seguita dal Dottor Langenkamp per i successivi sei anni. Dopo questo periodo, Sabine Anton diventò la nuova proprietaria nel 1981. Servì fedelmente i suoi clienti per 26 anni, rifiutandosi di andare in pensione fino a quando non trovò la persona giusta per seguire le sue orme. Ed è qui che entra in scena Heinrich Sabielny. Mentre ci accomodiamo nel salotto dell’atelier, ricorda il momento che cambiò il corso della sua vita: “Un amico ci riferì che la signora Anton stava cercando qualcuno che rilevasse la sua attività perché voleva andare in pensione. A quel tempo io e mia moglie gestivamo un negozio di camicie a Düsseldorf”.

Düsseldorf è considerata la città più elegante e alla moda della Germania, nota per la sua clientela esigente. Trasferirsi da qui a Berlino era un grande passo, che avrebbe potuto rivelarsi fallimentare. I Sabielny si recarono comunque a Berlino per dare un’occhiata all’amato atelier di Anton. “L’atelier ci fece un’ottima impressione”, afferma Sabielny, “la base di clienti era solida”. Così, dopo un’attenta riflessione, decisero di buttarsi.

“A seguito della riunificazione, molti marchi si erano trasferiti a Mitte, il nuovo quartiere centrale di Berlino nell’ex parte orientale della città”, spiega Sabielny mentre prepara due caffè. D’altro canto però, gli abitanti più ricchi della città vivevano tutti nella Berlino Ovest e lì non c’era concorrenza locale: “Quando abbiamo rilevato Atelier Fasan nel 2007, era l’unica camiceria sartoriale rimasta a Berlino. Tutti gli altri avevano chiuso o erano andati in pensione e i loro clienti venivano solitamente indirizzati dalla signora Anton”, racconta.

Per fortuna, Heinrich e sua moglie non si sono mai pentiti della decisione di lasciare Düsseldorf. “I clienti a Berlino sono cordiali ed estremamente leali”, afferma. “Erano contenti che la signora Anton avesse trovato un successore per la sua attività e abbiamo ricevuto un caloroso benvenuto da tutti. Non appena hanno capito che non avremmo cercato di risparmiare sulla produzione o sulla qualità dei tessuti hanno tirato un sospiro di sollievo”. Heinrich è riuscito comunque a introdurre una novità. “Per i nuovi clienti prepariamo una camicia di prova. È fatta in tessuto popeline di cotone e ha colletto e polsini finiti. I camiciai francesi solitamente usano colletto e polsini di carta, ma noi preferiamo utilizzare quelli in stoffa perché assomigliano di più alla camicia finale”.

La signora Anton realizzava le sue camicie senza una camicia di prova, ma secondo noi è necessario per raggiungere la precisione di taglio a cui aspiriamo. Sappiamo che i clienti di solito ordinano una camicia sartoriale perché cercano un taglio molto raffinato. La forma del colletto e la qualità della lavorazione sono sicuramente importanti, ma per i nostri clienti l’accuratezza della vestibilità è tutto.
— Heinrich Sabielny

Heinrich Sabielny toglie una camicia dalla gruccia e mi mostra le asole, “queste sono realizzate a mano, ma le cuciamo solo su richiesta. I nostri colletti sono generalmente realizzati con un’interfodera in cotone doppio-ritorto che li rende più comodi”.

 

I prezzi delle camicie di Atelier Fasan vanno da 300 a 1.500 euro, a seconda della qualità del tessuto e della quantità di manodopera necessaria. Non è richiesto un ordine minimo. Ogni camicia prodotta nel piccolo laboratorio mostra tutti i tratti distintivi di una lavorazione artigianale sartoriale. Tutti i modelli sono disegnati personalmente da Heinrich e realizzati dai suoi sette esperti camiciai. “La differenza di prezzo dipende dal tessuto”, spiega. “Non ci sono limiti, realizziamo una camicia completamente personalizzata”. Sono disponibili anche camicie già confezionate per chi non è ancora pronto per quelle sartoriali. Queste camicie non sono create internamente, ma Atelier Fasan si affida allo stesso produttore da ormai 30 anni.

Veniamo brevemente interrotti da un giovane elegante, entrato nel negozio per ritirare tre camicie. Heinrich accompagna il cliente alla porta e ritorna con un sorriso: “Siamo davvero felici di avere molti clienti giovani. Di solito sono ben informati e hanno idee precise sul tessuto che vogliono”. Heinrich Sabielny prende alcuni cataloghi da uno scaffale pieno di collezioni di tessuti per camicie. “I nostri clienti amano Thomas Mason per diversi motivi. Uno è l’incredibile ampiezza della gamma e, ovviamente, la qualità. I popeline sono sempre popolari e i nostri clienti adorano la collezione “Downing”. Ai tedeschi non piacciono molto le righe audaci, preferiscono le classiche pencil stripe bianche e azzurre”.

Per Heinrich la creazione di camicie sartoriali è sinonimo di individualità. “Dico sempre ai nostri clienti che faremo un colletto perfetto per loro. Pensiamo in termini di millimetri, di altezza del colletto nella parte posteriore e anteriore, di lunghezza  e angolatura delle punte: tutto è completamente su misura. Anche se posso sempre consigliare una forma di colletto, mi fa piacere quando un cliente ha un’idea precisa di ciò che desidera. Se penso che gli stia bene, procedo. Se invece ho un’idea diversa, arriviamo a un accordo. Il cliente deve sentirsi bene nella sua camicia: è questo il nostro obiettivo”.

 

Prenota un appuntamento con Atelier Fasan sul sito fasan-berlin.de

(Foto su pellicola di Zachary Handley)

Articoli Correlati