La stoffa giusta
Un approccio su misura: Cad & The Dandy
Di Charlie Thomas
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Non c’è dubbio: Savile Row può incutere soggezione. Passeggiando lungo questa storica via londinese si può ben percepire il peso del retaggio sartoriale, che si fa strada tra le ringhiere in ferro e le incombenti facciate georgiane. Negli atelier più datati, i rivestimenti in mogano, i tappeti rossi e il silenzio inquietante arrivano a essere travolgenti. Entrando da Cad & The Dandy, tuttavia, tutto ciò scompare. Nella nuova boutique di prêt-à-porter al n. 7 di Savile Row si viene accolti da un’allegra musica jazz, interni luminosi e un ampio bar rivestito di onice. Il personale, cordiale e senza pretese, aiuta a far sì che ci si senta a casa adottando uno stile che rifugge la formalità della tradizione.

Questo perché Cad & The Dandy è l’atelier più giovane della via. Fondato da James Sleater – ex uomo d’affari – nel 2008, “inizialmente aveva tre sedi: una a Canary Wharf, una nella City e una in Savile Row”, racconta. L’idea principale era quella di offrire completi e capispalla sartoriali di ottima fattura, ma a prezzi più accessibili di quelli a cui la via era abituata. “Avendo notato un vuoto nel mercato, all’inizio mi sono dedicato alla sartoria per creare prodotti straordinari, venduti a prezzi altrettanto straordinari. Prima di noi, la sartoria a Savile Row era incredibile, ma i prezzi erano sempre molto elevati. Perciò volevamo offrire il miglior rapporto qualità/prezzo possibile, e questo ci ha messo in ottima luce. Siamo cresciuti fino a diventare un team che oggi conta 200 persone”.

Gran parte del successo è sicuramente dovuto al fatto che l’impresa è giovane. Senza una storia centenaria alle spalle, riesce a destreggiarsi laddove gli altri non si sentono di osare. Oltre a un’intensa attività di produzione di abiti da lavoro e da cerimonia su misura, Cad & The Dandy concentra gran parte dei suoi sforzi sull’abbigliamento casual. Oggi il reparto dedito al confezionamento su misura è frequentato da persone che commissionano pezzi per il tempo libero; l’offerta di prêt-à-porter è costituita da capi altrettanto informali, tra cui sahariane, maglieria e camicie dal colletto morbido. “Quando abbiamo aperto nel 2008, il mondo era molto diverso da quello in cui ci troviamo ora, nell’era post-COVID. A quei tempi i clienti richiedevano abiti basic e, sebbene questo sia ancora un elemento importante della nostra attività, lo stile e l’uniforme sono cambiati. Di conseguenza realizziamo un’enorme quantità di abbigliamento casual su misura. Una giaccia si richiede che sia adatta per andare a una riunione, ma anche per incontrare gli amici al bar dopo il lavoro”.

Indipendentemente dal fatto che si prediliga il casual o meno, il tessuto rimane al centro di tutta l’attività di Cad & The Dandy. Sleater è il primo a rivolgersi a Thomas Mason, con cui collabora regolarmente.

Per quanto la sartoria sia sinonimo di qualità, anche le collaborazioni e le materie prime sono fondamentali per quello che facciamo. I tessuti Thomas Mason sono sempre stati un prodotto straordinario per noi. La gamma, l’ampiezza e la profondità dell’offerta non sono seconde a nessuno.
— James Sleater

C’è un tessuto in particolare che si distingue rispetto agli altri? “Lo chambray di Thomas Mason è il mio preferito. Adoro come invecchia, è come se raccontasse una sua storia. Lo usiamo per le camicie su misura ma anche per quelle già pronte da indossare, che chiamiamo camicia “viaggio”, proprio perché si assiste al suo viaggio man mano che la si indossa e si lava. Assume un carattere proprio ed è esattamente questa l’essenza che sta alla base della nostra produzione”.

Cosa ci si può aspettare allora dal ramo sartoriale dell’attività? Prima di tutto una mentalità lungimirante. Diversamente da molte delle più antiche case della Row, lo stile Cad & The Dandy è aperto all’interpretazione a seconda dei desideri e delle esigenze del cliente. “Essendo una delle attività più giovani di Savile Row, non siamo sempre vincolati al nostro stile. Credo che la vera abilità di un sarto sia quella di riuscire a realizzare ciò che il cliente vuole, piuttosto che imporre ciò che pensiamo sia necessario”. L’atelier propende comunque per una giacca dalla spalla più morbida (anche se leggermente ribassata) e un taglio abbondante. “Non si viene qui per richiedere un taglio squadrato, bensì desideriamo offrire una varietà di forme e donare al cliente l’aspetto di chi va spesso in palestra, anche qualora non fosse propriamente una sua abitudine”.

Mentre concludiamo la nostra chiacchierata, mi chiedo come James veda Cad & The Dandy nell’attuale panorama di Savile Row. L’industria dell’abbigliamento maschile e le abitudini di acquisto sono cambiate radicalmente nell’ultimo decennio, così come la via stessa. Ogni atelier dovrebbe essere dinamico come il suo? C’è spazio per nuovi marchi, ancora più giovani, da avviare in questa piccola fetta immobiliare nel centro di Londra? La risposta è una ventata d’aria fresca.

“Il futuro di Savile Row è un luogo interessante”, dice. “Stanno succedendo tantissime cose. Ci sono diverse nuove aziende che si sono trasferite qui, e purtroppo la via ha perso alcuni dei suoi nomi più antichi. Ma, fondamentalmente, la domanda dei consumatori c’è. Ha bisogno della vecchia guardia e dei membri più anziani, ma ci vogliono anche nuove attività giovani per attirare nuove ondate di consumatori. Ed è questo il bello. Ognuno di questi atelier realizza prodotti diversi e meravigliosi e non occorre essere vincolati a uno di essi. Per questo motivo impariamo gli uni dagli altri. Siamo una via di competitors, ma in realtà ci aiutiamo tutti a vicenda e collaboriamo quando possibile”.

 

 

Scopri le collezioni Cad & The Dandy’s al link cadandthedandy.co.uk

Fotografie di Tom Bunning

Video di Matthieu Livingston

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