La stoffa giusta
Polite societé: Daniel Lévy
Di Faye Fearon
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Mentre mi trovo fuori da un palazzo del XIX secolo dietro l’Avenue de Champs-Élysées di Parigi, ricevo un messaggio dal camiciaio francese Daniel Lévy. Dice solo: “Arrivo.” Un attimo dopo eccolo svoltare l’angolo: un perfetto gentiluomo nel suo abito a doppio petto blu gessato, mocassini di pelle lucidi, cravatta di raso color borgogna e una camicia bianca dal colletto lungo e affusolato. “Mi piace ricordare i colori del nostro Paese con il mio abbigliamento”, mi dice con un sorriso. Una sensibilità patriottica che ricorre in tutti i principi del suo storico brand.

La nostra intervista ha luogo in un lussuoso hotel cinque stelle, La Réserve, a pochi passi dalla boutique di Lévy. “Pensavo che sarebbe stato carino portarla qui prima, come faccio con i miei clienti”, spiega. Ordiniamo da bere al bar, Le Gaspard, un ambiente riservato in cui si respira tutta l’eleganza parigina. È bello chiacchierare con Lèvy e mi sento presto a mio agio. Senza perdere tempo, va dritto al sodo: “Non cerco mai di imporre il mio stile. I clienti vengono da me e, che sappiano o meno cosa desiderano, arriviamo insieme a una soluzione man mano che scopro la loro personalità. Voglio esaltare le qualità più raffinate di ogni persona e una camicia è uno mezzo essenziale per raggiungere questo fine.”

Nato nella Francia sud occidentale, Lévy si è affermato come figura di spicco nell’ambito della sartoria francese nel corso degli ultimi trent’anni, gli ultimi dei quali si è trasferito a Parigi e ora lavora nel suo negozio in Rue de Cirque. “Amo l’atmosfera di questo quartiere perché continua a prosperare sul classicismo per cui Parigi è così conosciuta e amata”, racconta. “Dai leggendari ristoranti come Laurent, ai quartieri delle case di alta moda come Chanel, chi vive e lavora qui è sempre elegante, a prescindere dall’orario o dall’occasione.” Questo approccio spiccatamente francese nei confronti dello stile è lodevole ed è una priorità che Lévy tiene sempre a mente quando realizza una camicia su misura per un cliente. “Mi piace dimostrare che gli uomini di tutte le età e di ogni corporatura possono essere eleganti, che siano giovani, snelli e intraprendenti o più in là negli anni, robusti e con una gran personalità, proprio come Hitchcock.”

Ed è proprio Hitchcock a catturare per primo la mia attenzione quando lasciamo Le Gaspard per spostarci verso la boutique di Lévy. Una fotografia del regista è affissa su un lato dell’ingresso allo studio; dall’altro Louis Armstrong. Al centro dello showroom si trova un enorme galletto, l’emblema della casa Lévy che porta fortuna a tutte le sue creazioni, e dietro due relle appendiabiti con i suoi prototipi. “Lavoro solo con materiali di prima qualità, motivo per cui mi rifornisco da Thomas Mason”, rivela indicando la selezione di campionari Goldline allineati sulla sua scrivania. “Il savoir-faire è al centro delle mie proposte realizzate su misura, sia che si tratti di una classica camicia da smoking in cotone o di una morbida shacket di lino”.

Il riferimento alla shacket cattura il mio interesse, soprattutto dal momento che Lévy si presenta in giacca e cravatta. “Desidero offrire una camicia per ogni contesto,” spiega. “A prescindere da come essa sia, credo non debba mai limitare chi la indossa. Ecco perché spesso consiglio ai miei clienti di abbracciare una forma lievemente morbida e ampia per lo stile scelto, perché permette al tessuto di esprimersi appieno. Pezzi come questa shacket blu con bottoni in corno” dice indicando il primo modello appeso, “sono stili che ho inserito per soddisfare chi predilige un look un po’ più casual. Portata sopra capi essenziali di qualità come un jeans a taglio alto e una t-shirt, questa overshirt slancia il fisico e dona un aspetto più anticonformista. Per me è fondamentale proporre quel genere di varietà.”

La clientela di Lévy è tanto ampia quanto la sua offerta. “Conosco alcuni clienti da 30 anni, cosa che mi ha portato a creare camicie per i loro figli e nipoti. Adoro questa evoluzione generazionale perché crea un forte legame con le persone, che è la forza motrice di quello che faccio”, dice. La maggior parte dei suoi clienti sono francesi, ma Lévy accoglie persone provenienti anche dall’Africa Occidentale e dall’Australia. Mi confida che la sua clientela straniera sta crescendo e, sebbene sia modesto a riguardo, è un’ammissione straordinaria. Ci troviamo di fronte a un’azienda che offre modelli eleganti, che durano nel tempo, assemblati con abilità artigianale sullo sfondo della capitale della moda francese. Se a tutto ciò si aggiunge la personale soavità di Lévy, la ricetta per il successo è assicurata.

 

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