Impossibile assistere alla scena iniziale di Midnight in Paris senza sentire l’irrefrenabile impulso di acquistare un biglietto aereo per la capitale francese. Il montaggio, costituito da frammenti di uno o due secondi, coglie perfettamente il romanticismo e il fascino che avvolgono la città. I suoi boulevards bagnati dalla pioggia che non chiedono altro che essere percorsi a piedi, le sommità dei tetti che si possono ammirare da un balcone e i suoi vivaci angoli di strada da contemplare comodamente seduti a un tavolino all’aperto sorseggiando un caffè. La Parigi che abbiamo già visto centinaia di volte, catturata in iconiche fotografie e in letteratura. La Parigi degli anni ‘20, quando Ernest Hemingway, Gertrude Stein e F. Scott Fitzgerald giunsero dagli Stati Uniti per farsi conoscere in tutta Europa.
Ma è anche la Parigi che il protagonista tanto brama. Gil Pender, interpretato da Owen Wilson, è infatti uno scrittore, anche se lui si dichiara solo uno scribacchino costretto a riscrivere sceneggiature per Hollywood. È impegnato nella stesura del suo primo romanzo americano, e riesce a trovare un’enorme fonte di ispirazione grazie alla scoperta di un circolo temporale in cui può viaggiare indietro nel tempo e incontrare Hemingway, Dalì e molti altri. È la stessa Stein, con la sua Peugeot vintage, ad andarlo a prendere quando rintocca la mezzanotte, trasportandolo in un mondo di assenzio, nostalgia e bei vestiti.
Credit: Cinematic Collection / Alamy Stock Photo / ©MEDIAPRO
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Prima che parta per uno dei suoi notturni soggiorni segreti indietro nel tempo, la fidanzata di Gil, Inez (Rachel McAdams), gli domanda come mai si sia agghindato così. Si sta avvicinando la mezzanotte e lui indossa una camicia di flanella firmata, una giacca sportiva dalle spalle morbide e un tocco di colonia. Non risulta particolarmente formale per il XXI secolo, ma dato il periodo in cui vivono i suoi amici, è stato saggio da parte sua fare uno sforzo.
Tra i membri della comitiva troviamo gli affascinanti Scott (Tom Hiddleston) e Zelda Fitzgerald (Alison Pill), coloro che forse hanno incarnato l’epoca meglio di chiunque altro. Zelda predilige gli abiti in stile flapper, tipici degli anni ‘20, con tanto di perle e rossetto rosso, mentre Scott porta un completo a tre pezzi grigio, camicia bianca con colletto a punta e una cravatta sottile di seta gialla. Il gilet a doppiopetto con risvolti a taglio basso avrebbe potuto benissimo indossarlo Gatsby in persona e non sarebbe risultato affatto fuori luogo. Poi c’è Adrian Brody, una goccia d’acqua con il giovane Salvador Dalì. Il carismatico spagnolo indossa un abito a tre pezzi in lana scura, che si abbina perfettamente ai suoi capelli neri e ai baffi sottili. La camicia è bianca, con un colletto a punta e polsini alla francese; il fazzoletto da taschino e la cravatta di seta gli conferiscono un tono ancor più elegante.
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Hemingway appare invece più grezzo. Opta per una giaccia scamosciata da caccia, con tasche applicate e pieghettate, abbinandola ad una camicia bianca con colletto e doppi polsini classici. Si addice alla mascolinità evidente che rappresenta nel film e allude alla predilezione dello scrittore per la caccia grossa. Gil, dal canto suo, ha uno stile piuttosto neutro. Per lui “agghindarsi” significa mettersi una giacca a scacchi sopra una camicia bianca o a quadri, e chino dal taglio morbido. Non fa di certo infiammare il mondo dello stile, ma non commette nemmeno un peccato sartoriale mortale. Proprio come la Parigi in cui si inoltra, una certa bellezza, la si può cogliere.
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