Ah, quadri, righe e stampe. Sono un territorio di stile difficile da conquistare, vero? L’ho sempre pensato e, per paura di sembrare appena tornata da un tour con il circo, nel corso della mia vita mi sono tenuta alla larga dalla maggior parte dei motivi. Non fraintendetemi, quelli stravaganti di tanto in tanto funzionano per me. Per esempio, una camicia paisley con colletto nehru abbinata a sgargianti pantaloni chino e a una giacca shearling ha tutto quel che serve per apparire assolutamente incredibile, ma solo se è il 1970 e tu sei George Harrison stordito dall’effetto di Sgt. Pepper.
Ora, non mi sto paragonando a George (il pensiero è abbastanza ridicolo), ma condivido la stessa città natale con lui e gli altri ragazzi dei Beatles, quindi quando ho iniziato a interessarmi all’abbigliamento, il loro stile liverpoliano ha naturalmente avuto una certa influenza sui miei gusti. E pensando ai motivi, mi sono innamorata di due delle loro scelte più tradizionali: righe e quadri.
Vedo questi due motivi come entità separate dagli altri, perché il loro posto nel guardaroba maschile si è radicato nel classico, culturalmente parlando. Prendiamo le righe. Se torniamo indietro nel tempo, avevano principalmente connotazioni negative. Nel Medioevo, per esempio, erano usate per distinguere i prigionieri e criminali dal resto della società. Ma facciamo un balzo avanti di qualche centinaio di anni per scoprire che verso la fine dell’800 le cose iniziano a cambiare, quando i reali britannici utilizzano le righe sugli abiti da marinaio agli eventi di yacht. Da qui, il loro ritrovato contributo allo stile è stato esaltato da artisti che vedevano le righe per quel che erano: un motivo semplice e bello, che se utilizzato nelle camicie (in verticale ovviamente) snelliva la silhouette rendendola longilinea e sofisticata. Cerca su Google Yves Montand, James Dean, David Hockney, Davie Bowie, Jean-Paul Belmondo, Peter O’Toole o Paul Newman insieme a “camicia a righe” e capirai subito cosa intendo.
Sorprende come il loro modo di portare la camicia a righe sia attuale ancora oggi. Quindi la grande domanda: da dove si comincia? Per me è facile. Con un popeline di cotone bianco con righe blu ultrasottili e strette – puoi trovarne molto opzioni nella collezione Downing di Thomas Mason. Per me questo è il non plus ultra dei motivi a righe, semplicemente perché funziona con una gamma infinita di outfit. Pensando a un completo sartoriale, la porterei sotto un abito in twill monopetto color carbone (perfetto per i mesi più freddi) abbinato a una cintura sottile di vernice, mocassini di pelle e una cravatta di maglia blu navy (che riprende il colore delle righe). Per qualcosa di più casual, abbandona la cravatta, sbottona un po’ la camicia e infilala in un paio di jeans vintage dal taglio dritto. Ai piedi, desert boot. Sopra la camicia, un trench beige.
Quest’ultimo outfit merita qualche attenzione in più, specie se la tua camicia a righe è di un colore più audace. Se opti per una base blu indaco con righe doppie bordeaux (vedi la collezione Regent di Thomas Mason per avere un’idea) entri nel territorio dello stile collegiale e quindi hai più spazio per divertirti. I jeans vanno benissimo, ma potresti anche optare per pantaloni di velluto neri (consiglio una tonalità scura in modo che la camicia diventi il punto focale naturale del tuo look) con mocassini in pelle scamosciata. È un approccio alla camicia a righe che comunica sicurezza, leggerezza e gusto, ed è la prova che non dovresti tirarle fuori solo per le occasioni di lavoro. Detto questo, ti invito a lavorare con una camicia a righe rilassata anche da casa (sono certa che una dose di ottimismo sartoriale non guasti mai di questi tempi).
Questo approccio versatile allo stile funziona anche per l’altro motivo già citato: i quadri. Ne erano cultori personaggi del calibro di Kirk Douglas, William Fawcett, Robert Redford e Marlon Brando, e hanno uno stile più casual rispetto alle righe. Le flanelle, i tartan e le camicie in stile Western hanno consacrato i quadri in ambiti rustici e pragmatici, per cui suggerirei di indossarli in primavera ed estate, stagioni ideali per sdrammatizzare il proprio look e magari strizzare l’occhio allo stile cowboy. Ecco un esempio perfetto per il suddetto outfit: il tessuto a quadretti oliva di Thomas Mason della gamma Twill 1818. Immaginala generosamente sbottonata, infilata in un paio di Levi’s 501 vintage, stretti da una cintura marrone con fibbia e completata da una fluttuante giacca di camoscio (con le frange, se ne hai il coraggio). Questo sì che è un vero e proprio tributo all’abbigliamento maschile.
Se invece ti incuriosisce l’abbinamento di una camicia a quadri con un abito, sappi che può essere un’opzione molto chic solo se, date le connotazioni più casual dei quadretti, scegli un design meno saturo, più raffinato e lo indossi con un abito due pezzi destrutturato (come un abito di lino leggero). Ah, un’ultima nota: lasciando perdere l’estate, dato che ora fa piuttosto freddo, potresti provare i micro-quadretti del gingham bianco e nero della collezione Zephir 1818 di Thomas Mason. Certo, è un tessuto leggero, ma i colori monocromatici sono perfetti per le temperature più fredde. Li vedo bene infilati in pantaloni a vita alta (magari anche scampanati? Sì, mi piace), con sopra un bomber in pelle ed eleganti stivali di pelle lucida. Il sex appeal da Studio 54 merita la sua parte.
Ecco, ho detto tutto. Due camicie classiche, due background totalmente diversi, ma come hai visto, due pezzi davvero interessanti con cui sperimentare. Ora sai cosa fare. Buttati, subito!
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