Prima di incontrarlo di persona, chiamai Arnold Wong per programmare il giorno della nostra intervista. Già dal telefono dava l’impressione di essere un tipo cordiale e disponibile e fui subito più tranquillo. Quando gli chiesi quale capo volesse presentare per questo articolo di “Icone Vintage”, mi disse che avrebbe portato una giacca vintage acquistata a Firenze durante una visita a Pitti Uomo nel 2019 – un inizio davvero promettente.
Due settimane dopo, in un mite e umido pomeriggio di Hong Kong, Wong mi mostrò la sua adorata giacca e scoprii che era stata realizzata dal leggendario sarto fiorentino Vladimiro Fosco Mealli. Esattamente come successe a una signora canadese che ritrovò un Rolex Daytona ‘Paul Newman’ 6241 dietro al suo divano, Wong inizialmente non era a conoscenza della provenienza della sua giacca e dell’identità del suo sarto. Nonostante non sia stata realizzata appositamente per Wong, lo veste perfettamente quasi come se fosse su misura. La giacca è di un pesante tweed marrone con linee pulite e morbide e revers generosi, dallo stile senza tempo tipicamente fiorentino.
Wong acquistò questa giaccia per puro sfizio durante il suo ultimo giorno a Firenze. Si era preso cinque minuti per visitare uno dei suoi negozi vintage preferiti, prima di cenare con un amico. Stava uscendo dal negozio a mani vuote quando notò il polsino di una giacca che spuntava da una rella colma di vestiti impolverati. La fattura della giacca era impeccabile, così Wong decise di acquistarla senza pensarci troppo.
Il caso volle che l’amico di quella sera fosse un sarto fiorentino che notò subito la particolare forma dell’asola della nuova giacca di Arnold. Era sicuro che fosse stata realizzata dalla stessa donna che oggi cuce le asole nella sua sartoria, probabilmente decenni prima. Fu questa scoperta che portò Arnold a controllare la tasca interna e scoprire il nome ‘W.F. Mealli’ sull’etichetta.
L’amico di Wong gli raccontò di quest’uomo schivo e solitario che era stato un sarto di grande talento, il cui lavoro era stato attentamente studiato, ma mai replicato. Leggende metropolitane che circolano a Firenze parlano di come Mealli distruggesse le commissioni che non riteneva soddisfacenti. Ad Arnold fu anche fatta un’offerta venti volte superiore rispetto a quanto avesse pagato la giacca ma, ormai affascinato dalle storie su Mealli, rifiutò educatamente. Nonostante questo, Wong indossa la giacca apparentemente senza curarsene.
Anche per gli standard di Wong però questa giacca ha subito diverse battute. “Posso indossarla solo per pochi mesi quando ad Hong Kong fa freddo,” racconta. “In inverno mi piace molto perché è un tweed davvero caldo e resistente”.
Wong iniziò a interessarsi all’abbigliamento all’età di quindici anni, guardando i film del regista Wong Kar-wai e quelli degli anni d’oro di Hollywood. Star come Fred Astaire e Gary Cooper sono state per lui grandi fonti di ispirazione. Essendo ancora uno studente con un budget limitato, Wong spulciava gli scaffali dei negozi vintage alla ricerca di pezzi che lo avrebbero aiutato a incarnare lo stile di metà secolo che tanto ammirava. “Volevo che anche i capelli si abbinassero a quell’estetica, così andai da un vecchio barbiere di Shangai – quanto avrei voluto vivere in un film!” afferma sorridente.
La passione per lo stile sartoriale ha accompagnato Wong nel corso di tutta la sua vita: “gli abiti vintage hanno sempre avuto un valore speciale per me perché ogni capo porta con sé la propria storia”.
Oggi Wong lavora per Attire House, un’istituzione asiatica dell’abbigliamento maschile. Questo gli consente di esplorare differenti tradizioni sartoriali e stili, dandogli la possibilità di spaziare tra le mode di varie culture. Il suo stile oggi è eclettico e al tempo stesso estremamente curato: pantaloni ampi con doppia pince, morbide camicie in rayon e cravatte con grandi motivi Art-Deco. “La maggior parte dei miei colleghi indossava pantaloni cropped e aderenti e giacche con spalla a camicia,” afferma Wong ricordando gli outfit nel suo primo posto di lavoro. “Io andavo controcorrente e ho sempre preferito pantaloni lunghi con le pince. Ricevetti qualche critica, ma inaspettatamente il mio capo mi prese da parte e mi disse di non permettere mai agli altri di cambiare il mio modo di vestire.”
Giorno dopo giorno, Wong ha assunto diversi ruoli: oltre a gestire il negozio, è anche responsabile degli acquisti e sta lavorando per introdurre abbigliamento più casual nell’offerta di Attire House. Buttando un occhio allo spazio appena rinnovato si notano infatti una serie di pantaloni a vita alta di Rota, un sarto italiano, così come giubbotti sportivi di Le Mont Saint Michel, che si affiancano perfettamente agli elementi tradizionali di questo microcosmo maschile.
Durante la nostra chiacchierata, Arnold è entusiasta e coinvolgente. A Hong Kong è conosciuto per il suo caratteristico fascino da ragazzo e mentre scattiamo le foto scherza e chiacchiera con tutti, smorzando la formalità dello shooting – “le pieghe su una giacca di lino sono una cosa davvero sexy,” è stata una delle sue numerose perle di saggezza che mi hanno fatto sorridere. È bello sapere che anche un uomo così appassionato e dedito al suo lavoro in realtà non si prende troppo sul serio.
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(Foto di Amanda Kho)
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