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Alla scoperta di Milano con Marco Taddei
Di Chiara Cremaschi
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Talent e creator, Marco Taddei si è trasferito dalle Marche a Milano per lavoro ormai dieci anni fa. Inizialmente nasce come digital reporter di realtà artigianali: attraverso il suo blog e i social ha raccontato il mondo in cui era cresciuto – in particolare quello del calzaturiero marchigiano – cercando di togliere la polvere da un contesto che purtroppo non ha subito un cambio generazionale, né tra gli artigiani né tra i clienti. “Ammetto di essere stato bravo e anche molto fortunato nella vita a poter lavorare in un ambito che amo e che mi appassiona. Desideravo rivelare la bellezza nascosta di un mondo che troppo spesso rimane chiuso in se stesso”, ci confida.

Il suo percorso professionale inizia da giovanissimo come agente di commercio in uno showroom di abbigliamento nelle Marche. Durante le fiere di settore, come White e Pitti, Taddei veniva riconosciuto per il suo stile e le foto dei suoi look finivano nei servizi televisivi e sui magazine.
“Era il 2013 e i social non funzionavano come oggi. C’era un designer che lavorava per il nostro showroom che mi spingeva a condividere i miei outfit online, perché secondo lui i social sarebbero diventati il futuro. Io lavoravo tutti i giorni e non avevo tempo né mezzi per fare una cosa di cui non capivo bene il potenziale. Fu nel momento in cui lui venne a mancare che mi tornarono in mente le sue parole. In un momento storico molto difficile, decisi di provarci: aprii il mio profilo e il blog, e iniziai a bussare alle porte delle aziende per raccontare la loro storia”.

Undici anni dopo, a Taddei va riconosciuto il grande merito di saper raccontare e promuovere la cultura sartoriale attraverso i canali digitali, avvicinando sempre più persone, anche tra le nuove generazioni, al mondo del su misura.

La sua passione per il menswear trova radici nell’influenza di suo padre, direttore commerciale per un’agenzia di assicurazioni. “Il suo abbigliamento formale era per me una fonte di ispirazione giornaliera”, racconta. “E poi c’è il mio amore per epoche non vissute, gli anni ’60 e ’70, in cui l’eleganza degli uomini era impareggiabile.” Lo stile di Taddei, che lui stesso definisce “neoclassico”, presenta volumi classici e combina tessuti inglesi a vestibilità italiane. “Amo vestirmi con giacca e cravatta anche se riconosco che il formale sia un po’ in disuso ormai, soprattutto dopo la pandemia. Ma lo faccio per me, lo trovo uno stile senza tempo in cui mi trovo a mio agio.”

Se inizialmente il rapporto di Taddei con Milano era puramente lavorativo, da quando si è trasferito si è trasformato in un legame “bellissimo e complesso, come le migliori relazioni”. La città lo ha accolto con il suo dinamismo e l’internazionalità che la rendono così affascinante, ma è il quartiere di Brera a rispecchiarlo di più: un mix di storicità ed eleganza, tra arte e design. “Girare per le sue strade e respirare quest’aria mi fa sentire bene, oltre ad essere una grande fonte di ispirazione per il mio lavoro. Brera per me rispecchia la vera Milano”.

Oggi Marco Taddei si presenta come un talento mosso da una passione autentica per il mondo sartoriale, con Milano come palcoscenico perfetto per esprimere la sua visione di eleganza intramontabile.

La Milano di Marco Taddei

La Pinacoteca di Brera, sede anche dell’omonima Accademia, è il rifugio perfetto per chi, come me, è un creativo in cerca di armonia e ispirazione.

Vi consiglio poi di fare una pausa al Caffè Fernanda. Si trova al primo piano della pinacoteca e dal loggiato si ha una vista unica sul cortile. Qui si può staccare dalla frenesia della città, respirando arte e storia.

Cittamani è un ristorante di cucina indiana tradizionale, reinterpretata in modo contemporaneo dalla chef Ritu Dalmia. Al tempo stesso moderno e accogliente, questo ristorante esprime perfettamente lo spirito internazionale ed eclettico di Milano.

Con mio padre, quando viene a trovarmi a Milano, andiamo sempre al Museo del Novecento, all’interno del Palazzo dell’Arengario, che espone opere di arte italiana del ventesimo secolo. Spettacolare è la Sala Fontana, che si affaccia su Piazza Duomo.

A Milano lo stile Liberty presenta ancora alcune testimonianze importanti e tra queste quella che amo di più è certamente Casa Galimberti in via Malpighi. Ammirare i dettagli dei ferri battuti, dei motivi floreali e delle ceramiche dipinte ti fa sentire trasportato in un’altra epoca.

Se come me avete una grande passione per l’orologeria non perdetevi Via Monte Napoleone: lungo la più famosa via dello shopping di Milano, troverete le boutique di brand come Omega, Buccellati, IWC, TAG Heuer, Audemars Piquet e molti altri.

Fotografie di Paolo Biava

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